Quando l’Elio presidente ce lo ha annunciato la prima volta, in pochi ci abbiamo creduto. Poi via via che passava il tempo abbiamo iniziato a parlare di passaporti, di visti, di ferie da prenotare e così, ancora quasi increduli, mercoledì 9 febbraio eravamo tutti pronti a Borgo per prendere il pullman che ci ha portati a Verona dove tentando, qualcuno senza riuscirci, di nascondere l’apprensione, siamo saliti sull’aereo alla volta di Roma.
Già la sera stessa a Roma, complice una avventurosa corsa in pullman da Fiumicino a Piazza S.Pietro, tutti pronti in divisa "informale", abbiamo cantato alla Porta Santa, in occasione delle celebrazioni per il Giubileo.
Poi, ormai tutti esperti uomini dell’aria e perfettamente a nostro agio, via per altre 20 ore di viaggio verso la meta.
Una sottile pioggerellina ci ha accolto all’arrivo a Melbourne, quando stanchi ma felici siamo usciti dall’aeroporto a calcare l’agognato suolo australiano.
I primi due giorni a Melbourne li abbiamo vissuti girando per la città e i dintorni, un pò frastornati a causa del cambio di fuso orario e di abitudini, consapevoli e un po' preoccupati l'importante compito che ci aspettava: portare un po' di Italia a questa gente che da tanti anni non rivedeva la terra d'origine; saremmo stati in grado ?
Ma al primo concerto ufficiale, l'applauso sincero della sala gremita fino all'inverosimile ci ha riportati subito alla realtà: eravamo fra amici, amici che si commuovevano ascoltando "Inno al Trentino" e "La Paganella", che non chiedevano altro che di sentire i nostri canti, di parlare con noi, di raccontarci la loro esperienza di emigrati e di sentire da noi qualche notizia della loro terra lontana mai dimenticata; abbiamo visto molti fra il pubblico piangere di commozione, ma anche molti coristi avevano gli occhi lucidi di felicità
Le prime esibizioni le abbiamo tenute a Melbourne, presso la sede del "Fogolar Furlan" e al Club "Freccia Azzurra", poi ci siamo trasferiti a Myrtelford, punto centrale della trasferta, dove aveva sede la Convention dei trentini d’Australia; qui ci siamo esibiti in diverse serate, suscitando sempre uno straordinario entusiasmo e forti emozioni.
A Myrtelford abbiamo tenuto anche un concerto per 500 studenti delle scuole medie superiori, tra i quali numerosi erano i figli di emigrati trentini che ormai vivono le loro lontane origini solo nei racconti dei nonni; anche loro hanno apprezzato i nostri canti, dimostrando un interesse davvero imprevedibile.
Lasciati i grattaceli di Melbourne e le verdi distese di tabacco di Myrtelford, abbiamo fatto tappa a Canberra, capitale dell’Australia, dove abbiamo cantato nella sede del Club italiano in un concerto organizzato dall’Ambasciata Italiana.
Poi a Wollongong al club italiano e infine al Fogolar Furlan di Sydney, dove abbiamo tenuto gli ultimi concerti ufficiali.
Quando, Domenica 27 febbraio, abbiamo cantato per l’ultima volta la S.Messa a Sydney, e dopo pranzo ci siamo avviati verso l’aeroporto, la stessa pioggerellina che ci aveva accolto all’arrivo ci ha salutati; nei cuori un po’ di tristezza per gli amici ed i ricordi che ci lasciavamo alle spalle, ma anche la grande gioia per l’esperienza vissuta, che certamente resterà nel cuore di tutti noi come unica e indimenticabile.